Ecco come la BCE vuole risolvere la questione di privacy della propria CBDC

La Banca centrale europea (BCE) ha presentato il proof of concept (PoC) della propria CBDC (Central bank digital currency) basata sulla piattaforma blockchain Corda.

 

La soluzione è volta ad eliminare la contraddizione tra la domanda di anonimato dei pagamenti e i requisiti dei regolatori in termini di lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo (AML / CFT).

 

Secondo la BCE, per i piccoli pagamenti verrà utilizzata la tecnologia “anonymity vouchers”. Questo per garantire la privacy degli utenti. Per quanto riguarda invece le grandi transazioni, al fine di combattere AML e CFT, la tecnologia sopracitata non sarà impegnata.

 

Nel sistema presentato dalla BCE vi sono quattro enti: la banca centrale, due intermediari e l’autorità che si occupa di antiriciclaggio. Le organizzazioni sopracitate interpreteranno la parte di nodi del sistema, che controllerà l’app decentralizzata (dApp) tramite la quale avverranno le transazioni.

 

 

Le transazioni e la loro successiva trascrizione nel registro, verranno svolti dagli intermediari.

 

Sottolineiamo inoltre che, ogni utente del sistema della BCE riceverà un certo numero di “anonymity vouchers” per un periodo di tempo limitato. Ad esempio, se un utente volesse eseguire una piccola transazione senza divulgare i propri dati agli intermediari o alla banca centrale, quest’ultimo dovrà spendere un “anonymity voucher”.

 

Le transazioni della CBDC il cui valore supera il limite stabilito, anche se sono stati inviati utilizzano “anonymity voucher”, saranno comunque supervisionate dall’autorità di antiriciclaggio, per garantire il rispetto delle norme AML e CFT.

 

Inoltre ricordiamo che, in precedenza, il Presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha affermato che il regolatore dovrebbe determinare gli obiettivi della propria valuta digitale entro la metà del 2020.